Conoscere i tetti in legno significa sapere perchè scegliere la copertura in legno. Innanzitutto possiamo dire che il legno prima di collassare ci avvisa sia nel caso venga attaccato dal fuoco, sia in seguito a deterioramento. E’ inoltre forse il materiale più idoneo , ben utilizzato, in zone sismiche, essendo elastico ed avendo pertanto grandi capacità di assorbimento. Riteniamo infatti che in ognuno di questi casi la cosa migliore sia assorbire, attutire l’energia scaturita dai vari eventi piuttosto che porre una resistenza rigida, soggetta a collassi senza nessun preavviso. Abbiamo pertanto creato questa piccola sezione nel nostro sito al fine di stimolare la voglia di conoscere il tetto in legno, senza avere la pretesa di insegnare nulla a nessuno.

Perché un tetto in legno? Perché il tetto in legno è un prodotto che ci garantisce:

  • confort,
  • isolamento termico
  • stabilità
  • ambiente caldo
  • possibilità costruttive molteplici
  • assorbimento di energia sismica
  • ecologia (Smaltimento dei materiali e possibilità di reintegrare il materiale nell’ambiente)
  • generosità nei tempi di collasso
  • facilità di utilizzo in ambienti inaccessibili
  • velocità di posa
  • isolamento termico (risparmio energetico)
  • traspirabilità

Per ognuna delle voci elencate si potrebbe scrivere un intero capitolo, il nostro intento è quello di trasmettere quel piccolo input che porti l’utente finale ad una maggiore consapevolezza del valore aggiunto di una struttura in legno.

La durevolezza di una struttura in legno viene preservata non tanto con l’ausilio di prodotti chimici quanto rispettando la natura del legno fin dalla fase progettuale, proteggendo i punti critici. Ad esempio se volessimo costruire un ponte che duri nel tempo sarebbe sufficiente farlo coperto (comeil ponte di Bassano ad esempio), o se volessimo proteggere un pilastro riusciremmo a farlo aumentando la sporgenza e così via…

La domanda ora sarà “Perché non utilizzare il legno?”

I Materiali

Le travature

La e-wood utilizza principalmente 4 tipologie di travature di abete rosso che si differenziano fra loro per modalità di lavorazione. Trattasi di:

Massiccio

Massiccio Kvh (Konstruktionsvollholz – Legno massiccio per Costruzione)

Bilama

Lamellare

Il tetto è formato da più parti, tendiamo a dividere un’orditura portante primaria e un’orditura secondaria. L’orditura primaria è solitamente composta da questi elementi: capriate (catene, tiranti saette, monaci e puntoni) , arcarecci (travi di colmo, banchine, mezzecase, traverse, dormienti, displuvi, compluvi, modiglioni). Tali elementi sono soggetti a sopportare tutti i carichi primari della copertura vengono pertanto dimensionati in funzione a carichi concentrati o distribuiti sulla lunghezza del trave, sono pertanto generalmente le travature più importanti e più spesse che andiamo a trovare in ogni tetto. Proprio per questo motivo si tende ad utilizzare materiali (travature) in lamellare per la loro realizzazione. L’orditura secondaria riguarda tutti i correntini e correntini al displuvio/compluvio, che sono impiegati per sostenere tavolati, o listoni tavelle, a cui vengono attribuiti dei carichi a mq/interasse. Pertanto tute le travature sono soggette a verifica statica.

Massiccio: Andiamo a definire Legno Massiccio quella travatura ricavata direttamente dal tronco, sia che sia di tipo Uso Trieste. Per Uso Trieste si intende un trave ricavato dalla parte cimale del tronco e non parallelo, che segue l’andamento della pianta stessa lasciando i quattro spigoli con la forma irregolare che presenta l’asta in origine). Per Uso fiume si intende invece un trave ricavato sempre dalla parte cimale del tronco ma che viene mantenuto più parallela avendo una tolleranza pari a circa 1 / 2 cm prestandosi pertanto, in maniera più idonea, alla realizzazione di coperture rustiche senza dover intervenire con spessori non gradevoli alla vista, come succederebbe se utilizzassimo l’Uso Trieste.

C’è poi lo spigolato che viene ricavato dal tronco intero, quindi con cuore (midollo del tronco).Questo tipo di spigolato presenta, come per l’Uso Fiume e l’Uso Trieste, delle caratteristiche meccaniche importanti anche qualora ci dovessimo trovare in presenza di fenditure. Mantiene infatti intere un buon numero di fibre anulari, pertanto continue, anche quando la fenditura dovesse essere obliqua rispetto alla sezione longitudinale della travatura. Quindi materiali sicuramente più forti ma anche con maggior predisposizione alla fenditura e alla torsione.

C’è quindi lo spigolato ricavato fuori cuore da un quarto di tronco e a cuore spaccato da mezzo tronco. Questi presentano caratteristiche sicuramente più stabili possono però presentare comunque sia la fenditura che la torsione e talvolta la fenditura tende alla sfaldatura. Pertanto in conclusione potremmo dire che il legno massiccio è un materiale che si presta alla realizzazione delle strutture più tradizionali, per i veri a amanti del legno che ne apprezzano tutte le caratteristiche anche quando questi spigolati acquistano quella libertà che gli è data dalla natura stessa. Sono inoltre delle travature considerate non completamente omogenee e gli viene affidato un carico di portata leggermente inferiore (S7 = Massiccio 7) ad altre travature che vengono ricavate da vari passaggi di lavorazione come vedremo nei materiali a seguire.

Massiccio Kvh: Trattasi di legno massiccio essiccato e giuntato per testa ricavato principalmente da travature a cuore spaccato o fuori cuore. Tale prodotto, dal momento in cui viene scelto per l’essicazione, viene anche sottoposto a delle scansioni sia in sezione trasversale, che misura il distanziamento fra gli anelli anulari, che in sezione longitudinale che analizza eventuali difetti, tipo crociere (assieme di nodi), presenza di fori dovuti ad attacchi di insetti o quant’altro risulti non essere omogeneo ai fini di rendere il prodotto garantibile con un carico di portata maggiore rispetto al massiccio tradizionale. La giuntura di testa viene realizzata come per il Bilama e d il lamellare a pettine e viene garantita e testata fin dal momento della sua realizzazione. Viene certificata dal produttore che la esegue in ambienti a controllo di temperatura ed umidità per ricavare il maggior rendimento dalle colle melaminiche o esorciniche. Il Kvh è un prodotto che si presta alla realizzazione di qualsiasi struttura dal momento che viene prodotto di una qualsiasi lunghezza, viste le possibilità di giunzione. Abitualmente a magazzino troviamo pezzature lunghe 13,50 mt poiché è la massima misura trasportabile senza dover ricorre a trasporti con mezzi eccezionali. Il Kvh è pertanto un materiale certificato e considerato ai fini della statica S10 (Massiccio 10).

Bilama: Come per il Kvh si tratta di una travatura essiccate al di sotto del 18% di umidità, realizzata con due mezzi di tronco incollati con la venatura contrapposta, pertanto presentano un miglior impatto visivo dal momento che la venatura e i nodi risulteranno più piccoli perché sono visibili dalla parte interna del tronco. Manterrà quindi un aspetto ed un comportamento statico più omogeneo e difficilmente potrà presentare fenditure se non piccole e marginali. Questi presenta due modalità di incollaggio: una di testa a pettine come per il Kvh e una longitudinale verticale fra le due smezze; pertanto da sotto rimarrà a vista una linea di interruzione in mezzo al trave. E’ un materiale qualitativamente e visivamente di pregio non presentando difetti, pur trasmettendo quella sensazione che solo un legno libero di mostrarsi nella pienezza delle forme, che solitamente prendono le sue venature, sa dare. Anche il Bilama è un materiale certificato dal produttore e considerato ai fine della statica S10 (Massiccio 10).

Lamellare: Trattasi di travatura composta da tavole giuntate di testa e incollate longitudinalmente e orizzontalmente. Il lamellare nasce nella sua storia al fine di poter realizzare travature curve che trovano il loro primo impiego nella costruzione di imbarcazioni, pertanto anche le colle che vengono utilizzate possono vantare delle esperienze secolari. Il lamellare può raggiungere una qualsiasi misura sia in altezza che in lunghezza dal momento che viene composto. Proprio per questa tipologia di costituzione presenta la massima omogeneità, stabilità e affidabilità per realizzare le più incredibili strutture come ad esempio, passerelle, strutture sportive, altro. E’ particolarmente adatto anche per la realizzazione di ambienti moderni e sa abbinarsi in modo a dir poco eccezionale agli altri materiali come acciaio, vetro, calcestruzzo, e persino muratura in pietra o mattoni a vista. Anche il Lamellare è un materiale certificato dal produttore e considerato ai fine della statica L11 (Lamellare 11).

I Tavolati

I Tavolati vengono posizionati sopra alla struttura ossea costituita dall’orditura primaria  e secondaria, anche questi possono essere di vario tipo:

  • Tavolato Grezzo
  • Sottotetto
  • Listone per tavella a T
  • Pannelli

Tavolato grezzo: trattasi di una semplice tavola accostata, sia in semplice appoggio che leggermente sovrapposto da una battentatura. Il suo utilizzo è consigliato solamente per le strutture che non debbano presentare particolari caratteristiche estetiche, dal momento che si possono verificare dei leggeri distaccamenti tra le assi dovuti al cambio delle stagioni e delle condizioni climatiche e di umidità.

Sottotetto: trattasi di una tavola essiccata e lavorata sui quattro lati, può presentare una fuga o essere liscia tipo un pavimento, e comunque viene mantenuta più ferma grazie all’incastro maschio/femmina. E’ quel tipo di orditura che viene più comunemente usata in tutte le strutture ad uso abitativo e che generalmente garantisce il miglior connubio fra qualità e prezzo. Può essere di varie larghezze e spessori e difetti dovuti a variazioni climatiche sono pertanto limitati.

Listone per tavella a T: viene catalogato fra i tavolati dal momento che generalmente sostituisce un tavolato e viene posto in opera per offrire l’alloggiamento più adeguato a chi ama l’utilizzo delle tavelle a vista sopra alle orditure dei travi. Una volta questo listone veniva posto in opera di sezione rettangolare, presentando delle carenze ai fini del carico e scarsa resistenza al rischio dello slittamento delle tavelle. Attualmente viene realizzato a T e posto in opera rovesciato presenta una sezione maggiore in altezza, generalmente intorno ai 7 cm e offre un dente pieno che trattiene lo slittamento riga per riga delle tavelle.

Pannelli : i pannelli che possono essere interposti fra le travature e l’isolante sono di vario genere: Pannello in Massello realizzato con listellature di piccole dimensioni incollate fra di loro longitudinalmente. Si presenta molto omogeneo, e ne consigliamo la posa solo trasversalmente all’orditura sottostante. Pannello a più strati: generalmente è realizzato con listellature ortogonalmente sovrapposte che possono andare da tre a cinque strati e in vari spessori, a seconda delle luci di carico. Può essere posto in opera sia trasversalmente che longitudinalmente a imitare i vecchi tavolati larghi che oggi difficilmente riusciamo a realizzare con la garanzia di un buon risultato. Pannello Plywood: realizzato da vari strati di legno sfogliato, incollati ortogonalmente rispetto alla propria venatura. Si presentano capaci di carichi importanti e soprattutto sfoggiano la venatura in modo che noi amiamo definire a fiamma perché ottenuti da una sfoglia incisa da una lama mentre il tronco rulla. Pannello OSB: vengono utilizzati come il tavolato grezzo in condizioni dove non si voglia esaltare la bellezza tradizionale del legno, dal momento che sono realizzati con scaglie di legno incollate per mezzo di resine e comunque presentano una buona capacità di carico e una buna resistenza all’umidità.

Isolanti

Distinguiamo gli isolanti in isolanti tradizionali e naturali.

Tra gli isolanti tradizionali annoveriamo: polistirene espanso,  polistirene estruso, stiferite; fra quelli naturali citiamo quelli più conosciuti: lana di roccia, lana di vetro, sughero, fibra di legno.

L’importante è che il fabbricato sia isolato in maniera soddisfacente, anche per salvaguardare la struttura lignea. Innanzitutto è indispensabile un buon isolante termico che possa smaltire la formazione di possibili condense (che sia pertanto traspirante); deve quindi avere una buona resistenza termica per la salvaguardia delle risorse ambientali; un tetto ben isolato non solo porta a minori consumi ma soprattutto permette una minor produzione di fumi derivanti dalla combustione.

Un esempio classico che può capitare di osservare andando in montagna, sono le coperture delle abitazioni che mantengono la neve uniforme su tutta la superficie, segno di un buon isolamento perché non c’è dispersione termica, quindi la neve non si scoglie se non in prossimità dei camini. Altre abitazioni si presentano senza neve al centro e mantengono invece la neve sulle sporgenze della copertura, ad indicare che lo scioglimento della neve mancante è dovuta a dispersione termica.

Un altro aspetto che vogliamo sottolineare è che l’isolante venga posato ben accostato in modo tale da evitare ponti termici.

Evitiamo spiegazioni prettamente tecniche sugli isolanti, dal momento che non siamo produttori. In ogni caso la e-wood abitualmente consegna le schede tecniche degli isolanti utilizzati, unitamente a quelle del legno, in modo tale che il tecnico abbia la possibilità di esprimere la propria competenza.

Tetto Caldo e tetto Ventilato

Per tetto caldo si intende una copertura che presenta oltre al tavolato degli isolanti e, accostato senza intercapedini d’aria, un piano d’appoggio per la posa degli ultimi materiali che solitamente costituiscono il tetto (guaina ardesiata, ondulina e coppo tegola). Pertanto bisogna prestare attenzione alla scelta dei materiali in modo tale che tale sandwich possa garantire il tetto in legno da residui di condense e dallo smaltimento di formazione di possibili vapori che solitamente si generano in un’abitazione. Consigliamo di adottare isolanti traspiranti e spessori idonei, in modo tale che la zona adiacente al tavolato rimanga calda (da cui il nome).

Il Tetto ventilato, che come il tetto caldo viene idoneamente isolato, ha il vantaggio di avere sopra al pacchetto isolante, una camera d’aria vuota dove vengono smaltite le differenze di temperature che si formano a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici (sole, ghiaccio…). Per meglio capirne il funzionamento riportiamo uno schema rappresentativo.

Consigliamo anche che lo strato adibito al passaggio dell’aria sia possibilmente tra i 4 e i 12 cm, al fine di garantirne il funzionamento. Misura che generalmente varia a seconda della lunghezza e della pendenza della falda del tetto, e che va valutata di volta in volta con il progettista.

Per riassumere brevemente: D’Estate il sole scalda il coppo/tegola (o altre impermeabilizzazioni) che solitamente, essendo materiali direttamente esposti, accumulano il calore durante la giornata. Il calore accumulato viene poi rilasciato anche verso l’interno dell’abitazione, scaldando così l’aria contenuta nella camera ventilata. La camera ventilata, essendo aperta, nella parte inferiore aspira l’aria esterna ed espelle l’aria calda in prossimità delle linee di colmo opportunamente lasciate aperte. Questo fa sì che l’isolante cominci ad intervenire con maggiore efficacia dal momento che dovrà svolgere la sua funzione partendo da una temperatura più o meno corrispondente a quella esterna e non dai 70° che solitamente si formano sotto alle impermeabilizzazioni.

D’Inverno accade la medesima cosa poiché avendo due strutture separate andiamo a limitare la trasmittanza termica che l’impermeabilizzazione solitamente trasmette essendo a diretto contatto con ghiaccio, brina, neve. Inoltre tale sistema permette di mantenere un ambiente più asciutto, essendo la camera ventilata idonea all’evaporazione di piccole formazioni di condensa che si possono formare a causa delle diverse temperature che possono esserci nei vari punti del tetto; tanto è vero che questa tecnica viene oramai utilizzata nella stragrande maggioranza delle coperture.

Una casa all’ombra d’estate, una casa sotto l’ombrello d’inverno.

PRODUZIONE

L’iter del tetto in Legno

La e-wood segue un iter lavorativo che comprende le varie fasi del tetto in Legno al fine di ottimizzare e standardizzare il procedimento.

Tutto inizia con la richiesta di preventivo. In questa fase vengono raccolte le esigenze e i desideri del cliente e di conseguenza viene elaborato e formulato il preventivo.

Segue la fase dell’ordine del tetto con la stipulazione e firma del contratto e il versamento di un primo acconto. Vengono compilate a cura dell’ufficio Tecnico le liste dei materiali necessari. Il magazzino controlla se il materiale è già disponibile, altrimenti vengono inoltrati i relativi ordini.

L’ufficio Tecnico si attiva con la fase di Rilevamento e Progettazione esecutiva della struttura. Il progetto esecutivo viene sottoposto alla Direzione Lavori. Vengono rilevate eventuali variazioni e quantificate al cliente per la loro presa visione ed eventuale accettazione. Con il progetto esecutivo viene prodotto il supporto magnetico dei comandi che verrà consegnato agli operatori del centro taglio per la fase di Pretaglio. Verranno quindi prelevati dal magazzino i materiali e opportunamente lavorati. Segue l’impregnazione secondo il colore e la modalità scelta dal cliente. Viene preparato il kit di ferramenta necessario (qualora il montaggio sia a cura della e-wood o espressamente richiesto dalle squadre esterne di montatori).

Il materiale viene imballato con nylon termorestringente, al fine di garantire l’assoluta integrità del prodotto fino al momento dell’assemblaggio finale.

A questo punto tutti i materiali sono pronti per essere consegnati in cantiere. Viene versato il secondo acconto da parte del cliente prima dell’inizio del montaggio.

La squadra dei montatori verifica il lavoro da eseguire con la Brochure per il montaggio, prodotta dall’Ufficio tecnico, controlla i materiali previsti e le modalità costruttive richieste. Verifica le quote e le misure in cantiere quindi dà il via al montaggio dei travi, dei tavolati, del pacchetto di isolamento, delle finiture. Fa pervenire all’Ufficio tecnico eventuali segnalazioni di variazioni richieste o di situazioni non previste. Al termine del lavoro viene fatta la pulizia del cantiere. A questo punto con il saldo del tetto vengono emessi gli ultimi documenti contabili e viene consegnato il libretto con la “Carta d’identità della struttura”. Si tratta di un libretto che oltre a presentare i dati tecnici del tetto comprende anche le schede tecniche dei materiali utilizzati.

Solai

Sono strutture di grande rilievo nell’ambito della costruzione. I solai sono sempre più legati all’utilizzo di un materiale nobile come i legno, così antico eppure al tempo stesso moderno.

I Solai Tradizionali vengono realizzati mediante un’armoniosa articolazione di travi e tavolati secondo un dimensionamento rapportato alla destinazione d’uso dei locali, conferendo già un aspetto caldo che si presta ad arricchire gli ambienti non dovendo più ricorrere ad importanti soluzioni d’arredo.

I Solai Collaboranti sono realizzati con legno e calcestruzzo che vengono assemblati con varie tecnologie e materiali quali connettori, barre, resine e altro, al fine di rendere queste due tipologie di materie prime collaboranti (da cui il nome).

Questa tipologia di struttura si presta in modo a dir poco eccezionale non solo per la realizzazione di solai nuovi con grandi luci, ma soprattutto per il recupero di strutture antiche o vecchie che essendo recuperate si trovano a dover sostenere dei carichi e a dover soddisfare delle esigenze diverse da quelle per cui sono nati; quindi a soddisfare anche le normative vigenti.

Recentemente, il sistema di struttura composta legno-calcestruzzo è stato proposto, in numerosi paesi europei, anche come valida alternativa per la realizzazione degli edifici per abitazione civile, per le buone caratteristiche di isolamento acustico, di controllo delle vibrazioni ed anche per l’elevato grado di resistenza al fuoco.

La sperimentazione fino ad ora svolta ha consentito di evidenziare un miglior comportamento dei solai con connessioni incollate sia in termini di carico massimo a rottura che di incremento di rigidezza flessionale.